

rotolando chissà dove...
Direi che ormai è una liturgia. Direi che ormai è una consacrazione. I Baustelle hanno fatto un gran disco, e con "fatto" vorrei intendere proprio l'idea di "costruito", "realizzato", "concretizzato". Amen è un disco forse meno immediato della Malavita, ma più profondo, più ricco di ricerca, di passione. Un disco che cerca Dio in ogni brano, che pretende di dire qualcosa sul mondo, sull'Italia, sulla gente. E come un calderone, le parole bruciano immagini quotidiane di barboni alla stazione, delle puttane nella metropolitana, del piccolo Alfredino caduto nel pozzo, di Charlie inchiodato al suo banco. Sono le storie di un mondo mortale, che come un vecchio film neorealista dipingono quello che ognuno di noi può vedere, o pensare. Francesco Bianconi è un genio, è un dandy, un artista e un vero autore, uno che le parole le sa usare da esteta, un economista dell'arte, prevede la fine del liberismo e adora Baudelaire, che chiedere di più?
E che gli splendidi versi della traccia di chiusura vi facciano pensare :
"Sarebbe splendido. Amare veramente. Riuscire a farcela. E non pentirsi mai. Non è impossibile pensare un altro mondo.
Durante notti di paura e di dolore. Assomigliare a lucertole nel sole. Amare come Dio. Usarne le parole. Sarebbe comodo. Andarsene per sempre. Andarsene da qui. Andarsene così. "
Amen.
"Scena in un auto che sfreccia, siamo in tre. [...] Musica ad alto volume, conversazione alle stelle. Ognuno vuol far colpo sull'altro. Il rock non va più, dice Dolcenera. Fatemi scendere, penso io..."
Drigo - Rock Notes
Gustavo Diego, giovane disoccupato, ascolta musica più o meno tutto il giorno, rimane affascinato dalla brillante forma di energia che molti irradiano nella propria esistenza, si immedesima forse troppo nei film che guarda. Alla fine, crede di essere cresciuto abbastanza da capire che nei sogni iniziano le responsabilità.
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