Led Zeppelin Reunited


Se mi chiedessero quale band volessi vedere dal vivo almeno una volta nella vita, risponderei LED ZEPPELIN. E lo direi a discapito di tante altre.
Questo perchè forse mi sembrano così lontani, mi sembra una possibilità così remota che alla fine mi riserverei ben altre scelte più concrete. Beh, gli Zeppelin, gli dei del rock, il dirigibile della mia cultura musicale, che ha fatto volare in alto il cuore e la testa di milioni di persone, di giovani, di generazioni più o meno perdute.
Gli Zeppelin e i loro capelli, le loro mosse, i loro vestiti, Cristo io vorrei tornare indietro di 30 anni!
E poi qui, in questo mondo di petrolio e derivati, una sera dell'anno 2007 d.C. nei cieli londinesi si sente di nuovo il frastuono, il rumore di una tempesta lontana, che si avvicina piano piano...un martello che batte sul ferro ancora caldo. Page , Plant, Jones.
E da Londra al mondo è riecheggiato di nuovo il rotolare di un macigno, gli accordi gravi e magistrali di un Pagey canuto, l'emblema immortale del rock.
I Led Zeppelin, oggi sanno ancora di jeans strappati e magliette troppo strette, e fanno piangere con gli arpeggi iniziali di una Stairway To Heaven sui cui tutti abbiamo lasciato un paio di dita sulle corde.
E certe volte viene da dire che le reunion sono necessarie. Se non altro per far capire quello che ha provato la generazione precedente, per far provare con altra forma e sostanza, quello che c'era nell'aria a Knebworth e alla Royal Albert Hall. è una cosa bellissima.
Però poi dopo il concerto esci e incontri un gruppo di giovani coi vestiti larghi, fai altri passi e incontri ragazzi con le unghie pitturate e il cappellino.
E ti senti male.
Di certo tutti avremmo bisogno di una scala per il paradiso...

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